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Chi può dedurre le spese per la badante?

Chi può dedurre le spese per la badante?

L’assistenza a persone non autosufficienti è una realtà che coinvolge molte famiglie italiane, spesso impegnate nel garantire il benessere dei propri cari anziani o disabili.

In questo contesto, l’impiego di una badante è diventato una soluzione comune per fornire cure e assistenza quotidiana. Tuttavia, la copertura delle spese relative a questa figura professionale può costituire un notevole onere finanziario per le famiglie. ‘Costo badante’ è uno dei termini più ricercati dalle famiglie che sono alla ricerca di un’assistente domiciliare per i propri cari.

Fortunatamente, in alcuni casi, è possibile detrarre le spese per la badante, alleggerendo il peso finanziario. In questo articolo andremo ad esaminare:

  • i dettagli presenti nei decreti e nelle leggi relative alle detrazioni fiscali
  • chi ne può beneficiare
  • quali requisiti devono essere soddisfatti.

Detrazioni fiscali per badanti: chi ne può beneficiare

Come è possibile trovare nella circolare 14/E/2023, è specificato che “la detrazione spetta alla persona che ha sostenuto la spesa, anche se non è il titolare del contratto di lavoro del personale che fornisce assistenza“. Le istruzioni per la compilazione del modello 730 precisano inoltre che “le spese devono essere comprovate da documentazione adeguata, che può consistere anche in una ricevuta debitamente firmata rilasciata dal fornitore di assistenza, contenente i dati anagrafici e il codice fiscale del pagante e del prestatore di assistenza. Nel caso in cui la spesa sia sostenuta per un familiare, la ricevuta deve anche indicare i dati anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo“.

Alla luce di queste indicazioni, è possibile concludere che la detrazione può essere richiesta dalla persona con disabilità che necessita di assistenza, purché siano soddisfatti tutti i requisiti. È importante che il contratto di lavoro del caregiver attesti chiaramente la sua dedizione esclusiva all’assistenza dell’anziano, fornendo tutti i dati anagrafici necessari.

È altresì consigliabile conservare e presentare, durante la compilazione della dichiarazione dei redditi, copie delle richieste dell’amministratore di sostegno e delle decisioni del giudice che autorizzano i pagamenti. Questi documenti dimostreranno in modo inequivocabile l’uso dei fondi per il bene dell’anziano e il sostegno delle relative spese.

Per quanto riguarda i contributi, la deduzione, secondo quanto previsto dall’articolo 10, comma 2, dell’articolo 917/1986 del TUIR, spetta al datore di lavoro e sarebbe difficile sostenere che possano essere dedotti da un soggetto diverso.

Detrazioni fiscali per badanti: le novità del 2023

Per quanto concerne l’aumento dei costi nel 2023, possiamo esaminare i dati forniti da Assindatcolf per comprendere meglio le sfide che le famiglie italiane stanno affrontando.

Nel corso dei primi sei mesi, la spesa media delle famiglie italiane per i servizi domestici è aumentata in media di 58 euro al mese (+7,8%), passando da 733 euro a gennaio a 791 euro a luglio.

La retribuzione media per le colf è passata da 546 euro netti a gennaio a 561 euro a luglio; per le baby-sitter, da 747 a 859, mentre per le badanti, l’incremento netto si avvicina ai 100 euro, passando da 1.146 a 1.224 euro.

Questo aumento ha avuto ripercussioni sulla spesa, rendendola insostenibile per il 36,9% delle famiglie, in particolare per i nuclei a basso reddito. La percentuale di famiglie che ha dichiarato la spesa insostenibile è cresciuta dal 67,1% a gennaio al 79,7% a luglio.

Il presidente di Assindatcolf ha dichiarato: “Riteniamo che sia necessario apportare modifiche fiscali al fine di sostenere le famiglie dal punto di vista economico e per combattere il lavoro non dichiarato. Questo dovrebbe includere la deducibilità totale dei costi sostenuti dai datori di lavoro per colf, badanti e baby sitter. È innegabile che molte famiglie non possono permettersi una spesa essenziale come quella per l’assistenza ai non autosufficienti e per i bambini. È quindi essenziale promuovere la deducibilità fiscale insieme a un assegno unico più generoso e all’implementazione della Prestazione universale per la non autosufficienza. Confidiamo che la prossima Legge di Bilancio contenga indicazioni chiare in questa direzione, come il raddoppio della deducibilità dei contributi Inps, il finanziamento della Prestazione universale e l’inclusione dei lavoratori domestici nella riduzione del cuneo fiscale e contributivo“.