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Cosa fare se si è in maternità e si desidera lavorare fino all’ottavo mese di gravidanza?

La maternità flessibile in italia: una possibilità per le donne in gravidanza

La questione della maternità è un tema che occupa una posizione centrale nel dibattito sulle politiche di genere e sulla conciliazione tra vita lavorativa e familiare. In Italia, il sistema tradizionale prevede un periodo minimo di congedo di maternità di 5 mesi, con due mesi prima della data prevista del parto e tre mesi successivi per l’allattamento. Tuttavia, la Legge italiana offre anche una possibilità interessante, la “maternità flessibile”, regolamentata dal D.Lgs. 151/2001.

Come funziona la maternità flessibile

La maternità flessibile , come evidenziato da Gsm-srl, permette alla donna di lavorare fino all’ottavo o addirittura al nono mese di gravidanza e poi godere di un periodo di congedo di quattro mesi dopo la nascita del bambino. Questa opzione è condizionata dal parere di un medico competente o di uno specialista, che deve attestare l’assenza di rischi per la madre e il bambino nel luogo di lavoro. Sono necessari quindi

  • certificazione medica rilasciata dal ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale o dal ginecologo convenzionato con il SSN 
  • certificazione medica rilasciata dal medico aziendale responsabile alla sorveglianza sanitaria.

Procedure per la richiesta

Per accedere a questa modalità, la lavoratrice deve fare domanda all’INPS entro il settimo mese di gravidanza e fornire certificati medici che dimostrino la sua idoneità a continuare a lavorare. Se il medico competente riterrà che il lavoro sia troppo rischioso o che la gravidanza sia a rischio, verrà attivato il congedo di maternità obbligatorio.

Cambiamento di scelta

Se, durante l’ottavo mese, la donna dovesse accorgersi di non essere più in grado di lavorare a causa delle condizioni di salute, è possibile annullare la maternità flessibile e attivare il congedo obbligatorio.

Vantaggi della maternità flessibile

Uno dei principali vantaggi di questa opzione è la possibilità di bilanciare meglio le esigenze lavorative e di maternità. Questo può essere particolarmente utile per le donne che hanno ruoli professionali di responsabilità o progetti a lungo termine che richiedono una presenza costante. Inoltre, permette alla donna di allungare il periodo a casa con il neonato. A differenza del congedo di maternità tradizionale, la maternità flessibile non impone un periodo di assenza fisso, ma consente alle madri di decidere quando e come prendersi il loro tempo. Questo potrebbe includere la possibilità di tornare al lavoro gradualmente, o di sincronizzare il congedo con il partner per garantire la copertura della cura dei bambini.

Considerazioni sulla salute e il benessere

È fondamentale, però, che questa scelta sia fatta in modo responsabile, prestando attenzione alle condizioni di salute sia della madre che del bambino. Consultare regolarmente il medico e valutare qualsiasi segnale di stress o affaticamento è cruciale per fare una scelta informata.

Responsabilità del datore di lavoro

Anche il datore di lavoro ha un ruolo importante nel garantire un ambiente di lavoro sicuro e accogliente per le lavoratrici in stato di gravidanza, in modo che possano esercitare il diritto alla maternità flessibile senza rischi. Si tratta apparentemente di una scelta individuale che tuttavia coinvolge tutta l’azienda. Una buona gestione del congedo di maternità può fare la differenza in termini di soddisfazione, impegno e fedeltà delle dipendenti. La gestione efficace del congedo di maternità non solo aiuta a creare un ambiente di lavoro più positivo, ma può anche migliorare l’immagine dell’azienda e la sua capacità di attrarre e trattenere talenti nel lungo termine.

Conclusione

In sintesi, la maternità flessibile rappresenta una scelta che, se gestita correttamente e in maniera informata, offre un’opportunità per conciliare al meglio le esigenze di lavoro e famiglia. La sua implementazione e diffusione possono avere effetti positivi non solo per le donne ma anche per l’intero tessuto sociale, contribuendo a una cultura del lavoro più equa e inclusiva.