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Accudire gli anziani: come gestire l’anziano che diventa scontroso e poco collaborativo

Accudire gli anziani: come gestire l'anziano che diventa scontroso e poco collaborativo

Non sono rari i casi in cui accudire gli anziani diventa un compito complesso, perché questi, quasi da un momento all’altro, tendono a diventare scontrosi e poco collaborativi. In realtà, la tendenza a diventare irascibili e aggressivi è uno dei disturbi comportamentali più diffusi nell’età della vecchiaia. Spesso i Caregiver devono trovare una soluzione per gestire il problema e fare in modo che la persona assistita accetti la condizione e diventi collaborativa.

Prima di continuare va detta una cosa fondamentale: prima di trarre qualsiasi conclusione o intraprendere qualsiasi attività rivolgersi sempre al medico di riferimento, perché le cause dei cambiamenti cognitivi, fisici o psico-fisici possono essere molte.

Purtroppo, non tutti coloro che assistono un anziano sono consapevoli del fatto che l’atteggiamento aggressivo, quando non vi sono altre cause, spesso altro non è che un modo che questo ha per difendersi quando ha paura, si sente smarrito e agitato: il senso di questo atteggiamento scontroso non è celato dietro un sentimento di cattiveria e non si prefigge di attaccare deliberatamente la persona che in quel momento ha di fronte, ma solamente di cercare di proteggersi. Ad esempio, non è accaduto che da un momento all’altro il genitore non ami più i figli, ma si tratta del fatto che è in corso una malattia i cui sintomi alterano pensieri e percezioni.

Ma come si può fare fronte, quindi, a un anziano che diventa aggressivo? Semplicemente prendendo consapevolezza di ciò che sta realmente accadendo intorno a noi e seguendo alcune utili regole generali.

Come accudire gli anziani aggressivi e poco collaborativi

Per accudire un anziano scontroso che non mostra alcuna intenzione di collaborare, per prima cosa dobbiamo mantenere la calma ed evitare di perdere il controllo mostrandosi minacciosi.
Mostrando aggressività, infatti, non faremmo altro che enfatizzare le sue paure. É molto probabile che l’individuo abbia solamente bisogno di capire cosa stiamo facendo o ciò che gli sta succedendo intorno: in questa fase è molto importante che si senta rassicurato con tranquillità e dolcezza.

Anche se pensiamo di aver gestito bene un episodio di violenza da parte dell’anziano, è il caso come già dicevamo di chiedere il parere di un esperto, ad esempio, del medico di famiglia. È bene farlo soprattutto se l’evento tende a ripetersi o se notiamo una maggiore frequenza: il medico saprà dare il giusto consiglio, sarà lui a suggerire se sia il caso di rivolgerci a qualcun altro, o eventualmente, di prescrivergli dei medicinali.

Non dobbiamo vergognarci di ammettere che ci serve una mano, chiedere aiuto è umano, normale e lecito: partiamo dal presupposto che l’aggressività non è gratuita e non si prefigge di voler far del male, ma è come se ci sia una mancanza di controllo da parte dell’anziano. Chiedere collaborazione anche all’interno della stessa famiglia, è altrettanto giusto e umano, sia per dividere la mole di lavoro, spesso troppo gravosa per un individuo che ha una sua vita, sia perché potrebbe rivelarsi utile sperimentare un altro approccio.

Prendersi cura dei genitori anziani

Nel caso in cui la persona anziana sia un genitore, la sfida non è affatto semplice, soprattutto se un Caregiver deve occuparsi anche di un lavoro, della casa o dei propri figli.
Assistere un anziano dentro casa, portarlo dal medico, fare la spesa e occuparsi di far combaciare tutti gli impegni, anche quelli personali, è molto impegnativo e il senso di colpa di non riuscire a fare tutto e bene è sempre dietro l’angolo. Nel momento in cui un genitore anziano diventa ingestibile perché scontroso e aggressivo, si tratta di affrontare una vera e propria sfida.

Nonostante le necessità siano impellenti, spesso gli anziani rifiutano l’aiuto di una badante facendo i capricci e rendendo ancora più difficile il rapporto con i membri della famiglia. Anche in questo caso, tuttavia, è molto probabile che questo atteggiamento sia assunto per manifestare alcuni bisogni come, da un lato, una dipendenza fisica ed emotiva verso un membro della famiglia e dall’altro, il tentativo di conservare la propria identità adulta restando quanto più possibile autonomi. Si tratta di bisogni che quando si manifestano entrano in conflitto tra loro, segnando negativamente la relazione genitori-figli e che vede i primi diventare scontrosi e poco collaborativi.
Soggetti fino a qualche tempo prima autonomi, che quasi improvvisamente si ritrovano a dover fare i conti con malattie invalidanti, hanno difficoltà ad ammettere di dover dipendere da altre persone, soprattutto dai figli o da una badante.
Problematiche come il sopraggiungere della demenza senile sono difficili da accettare e richiedono del tempo per abituarsi: queste nuove dinamiche, oltre a scatenare frustrazione nel Caregiver, richiedono forza d’animo e coraggio per essere affrontate al meglio.
Cercare di mantenere attivo l’anziano con vari stimoli è un modo per renderlo più collaborativo: saranno salutari le visite dagli amici, le passeggiate all’aria aperta (con il benestare del medico) e le telefonate, in modo che si senta sempre parte della comunità, accettato e non un soggetto escluso o inutile come la sua perduta indipendenza potrebbe portarlo a pensare.

Tutto un capitolo a parte è poi quello degli ausili per la mobilità delle persone anziane, che oggi sono numerosi sul mercato e che possono aiutare molto sia la persona anziana stessa che la persona badante che presta assistenza semplificando il lavoro a quest’ultima. Fra i vari siti che abbiamo consultato per farci un’idea, è possibile consultare per esempio il sito dell’azienda Centaurus Rete Italia, attiva nel settore dei montascale e delle soluzioni per la mobilità per anziani e disabili.

Non temere di chiedere aiuto

Come già accennato, non c’è nulla di male se il Caregiver ritiene di avere bisogno di aiuto, soprattutto perché non tutte le giornate sono uguali e alcune sono più difficili e pesanti di altre. Avere cura di un anziano non equivale a sobbarcarsi tutti i suoi carichi a prescindere: non sarebbe sano e si rischierebbe si pregiudicare la propria salute fisica e mentale, per questo motivo chiedere aiuto parlando con un amico o un esperto può rivelarsi di enorme aiuto.

Subire ripetute aggressioni verbali o fisiche, nel lungo periodo può avere dei risvolti non da poco sulla salute dell’assistente domestico, il quale potrebbe accumulare nervosismo, stress e addirittura rabbia.
Bisogna considerare che è molto probabile che altre persone vivano la stessa frustrazione e si sentano in colpa perché portati a pensare di essere inadeguati:trovare conforto e comprensione in chi già conosce queste dinamiche, farà sentire meno solo e più compreso il Caregiver. Inoltre, il confronto con un familiare, un amico o un professionista, può essere utile per imparare approcci e strategie più efficaci per far fronte alla situazione. Nulla esclude che il modo in cui ci si è rapportati fino a quel momento non abbia sortito gli effetti sperati e in tal senso, ricevere consigli, sentire racconti di storie analoghe ma gestite adottando differenti strategie, possa rivelarsi d’ispirazione.

Per un ulteriore approfondimento sul tema segnaliamo fra quelli consultati un articolo che ci è piaciuto particolarmente sull’autorevole sito del Corriere: https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/cards/quando-anziano-ha-bisogno-una-badante-ecco-segnali/come-convincere-ad-accettare-badante.shtml