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Il tuo corpo ha una memoria: ecco come trattiene fisicamente il trauma e come rilasciarlo

Il tuo corpo ha una memoria: ecco come trattiene fisicamente il trauma e come rilasciarlo

A volte i nostri corpi reagiscono più velocemente delle nostre menti. Ti è mai capitato di entrare in una stanza e di avvertire un improvviso senso di oppressione al petto o allo stomaco? O magari il tuo battito accelera e la tua testa si riempie di pensieri pesanti ogni volta che guardi un certo tipo di scena di un film; e forse le tue spalle rimangono contratte per settimane. 

Come afferma Rossano Sambo, consulente di rilascio emozionale presso il Centro olistico Spazioazzurro, i nostri corpi sono manifestazioni fisiche delle nostre esperienze, il che significa che spesso elaborano o trattengono traumi che non sapevamo nemmeno fossero lì. Per definizione, il trauma è un’esperienza profondamente angosciante o inquietante e capire come tratteniamo il trauma nei nostri corpi può aiutarci a capire come rilasciarlo efficacemente per un processo di guarigione.

La nostra esperienza del corpo, infatti, non è diretta; piuttosto, è mediata da informazioni percettive, influenzata da informazioni interne e ricalibrata attraverso rappresentazioni corporee implicite ed esplicite memorizzate. Tutto questo crea una sorta di “memoria corporea”. (Rif. Science Direct).

Quando viviamo un’esperienza traumatica, essa si codificata nel nostro cervello e nei nostri ricordi. Ma questo non esclude che il ricordo dell’esperienza non cominci a vivere anche nei nostri muscoli e nel nostro cuore. È tutto collegato. Ciò che una persona sta vivendo o ciò per cui viene a una sessione di rilascio emozionale è incentrato su di esso. Possono essere diverse le parti del corpo interessate.

Si stima che circa il 70% degli adulti abbia vissuto almeno un’esperienza traumatica nell’arco della vita. E come i nostri stessi traumi, il modo in cui li tratteniamo nei nostri corpi è diverso per tutti.

Se pensi che il tuo corpo stia trattenendo il ricordo di una brutta esperienza, potrebbe essere una buona idea cercare un consulente professionista che possa lavorare con te per sciogliere i nodi della tua esperienza. Se la consulenza non è un’opzione accessibile per te, ecco alcuni semplici modi per aiutare il tuo corpo a rilasciare un’emozione bloccata in esso.

Respirazione

Può sembrare una cosa scontata, ma le tecniche di respirazione sono fondamentali nel processo di rilascio emozionale. Tra le pratiche più efficaci abbiamo ad esempio la cosiddetta “respirazione a scatola”. Si inspira per quattro secondi, si trattiene per quattro secondi, si espira per quattro secondi, quindi si attende quattro secondi prima di inspirare di nuovo. 

Oppure la respirazione 7-11 dove si inspira contando fino a sette e si espira contando fino a 11. Riguardo a quest’ultima, per evitare di andare in fame d’aria, è consigliabile eseguire tre o quattro respirazioni 7-11 e intercalarle con qualche respirazione normale.

Un altro metodo, che può essere anche divertente, consiste nel nominare ala alta voce tre cose che vedi, tre suoni che senti e tre sensazioni che avverti. Quindi fai un respiro profondo e ripeti il ​​processo per due cose e poi una cosa. 

Movimento

Il movimento ha un ruolo molto potente nella capacità di guarire perché riunisce la mente, il respiro e il corpo contemporaneamente. Qui è importante sottolineare che è bene instaurare un rapporto non giudicante con il proprio corpo ed evitare di vergognarti o innervosirti se i tuoi muscoli iniziano a tremare (anche durante i movimenti “facili”). L’agitazione può essere un’indicazione di nuovi percorsi neurali
e nuove connessioni che il cervello sta creando tra sé e il corpo. Quindi sappi che stai andando bene, che si tratta di eventi normali e che questo è il tuo corpo che si riconnette a se stesso. È una buona cosa.

Un esercizio molto utile consiste nel rallentare i movimenti mentre senti di essere assalito da pensieri ossessivi o da paura immotivata. Supponiamo, ad esempio, che vieni preso da un attacco di ansia mentre ti stai abbottonando la camicia. Bene, comincia a rallentare i movimenti. Gradualmente, fino e rimanere immobile come una statua, magari mentre hai ancora un bottone tra le dita. A questo punto rimani immobile per uno o due minuti osservando, come un testimone non giudicante, l’attività della tua mente e le sensazioni del tuo corpo. 

Connettersi con il mondo

L’isolamento è una delle cose peggiori che le persone possano fare, anche se spesso è ciò da cui le persone sono attratte o vogliono fare. Uno dei modi più rapidi per combattere le esperienze corporee del trauma è attraverso le connessioni e le relazioni sociali. Quindi costruisci il tuo sistema di supporto, qualunque cosa ti sembri. Potrebbe essere una terapia di gruppo; potrebbe essere un gruppo di amici, un corso di ballo o di cucina; potrebbe essere una rete di persone che condividono alcune delle tue esperienze vissute. La parte importante è cercare e coltivare la connessione umana per aiutarti a ricordare che non sei solo.