La legge, nella maggior parte dei casi, non richiede un contratto scritto ma è sempre meglio ricorrere alla scrittura privata per evitare dimenticanze e fraintendimenti. Redigere un contratto dovrebbe essere un compito svolto da professionisti perché grazie alla loro esperienza conoscono bene ogni lite che può verificarsi. Come spiega l’avvocato civilista Marco Ticozzi, l’errata interpretazione del contratto può causare molto spesso equivoci. Pensate infatti anche ad una sola parola che viene colta in maniera differente tra i due firmatari oppure ad una frase scritta in maniera incomprensibile o troppo complicata che può portare a diverse spiegazioni: in questi casi come ci si comporta? Secondo il codice civile esiste la possibilità, dopo la firma del contratto, che entrambe le parti abbiano difficoltà a comprendere quale delle varie interpretazioni sia quella corretta. Questo fatto succede se il contratto è scritto in maniera poco chiara oppure la sua terminologia è così generica da perdere concretezza. Quando succede questo ci sarà sicuramente un conflitto che porterà i contraenti a farsi causa, sarà poi il giudice a stabilire quale sia la giusta interprestazione da dare al contratto. La prima cosa che deve capire il giudice è l’intento comune che le due parti intendevano dare al contratto nel momento della firma. Il giudice quindi deve andare oltre al significato letterario dello scritto. La Cassazione comunque chiarisce che la volontà comune dei due firmatari deve essere dedotta sia tramite lo scritto del contratto che tramite il comportamento di ambo le parti, anche dopo la stipula. Se il dubbio persiste ancora bisogna analizzare ogni singola clausola attribuendo ad ognuna il significato che risulta nell’intero atto.
Se il dubbio persiste?
In caso ci siano ancora dubbi, bisogna pensare alle espressioni generali presenti nel contratto, se sono o no rivolte all’oggetto dello stesso. Questo significa che, anche se le espressioni utilizzate nel testo sono generali, non si deve mai perdere di vista quello che i contraenti intendono realizzare con quel contratto. Oltretutto bisogna fare attenzione anche ai casi esplicativi, se sono presenti sul contratto al fine di poter spiegare il patto. Possiamo prendere ad esempio un contratto nel quale è previsto l’accesso del padrone di casa quando si verifica un grave rischio come ad esempio una crepa sul muro o le infiltrazioni d’acqua ma può succedere anche in caso di un guasto elettrico; anche se quest’ultimo caso non è espressamente previsto dal contratto di locazione. In caso continuino a rimanere dei dubbi il contratto deve essere sempre interpretato sulla base della buona fede. Questa parte deve essere sempre intesa come reciproca lealtà e correttezza tra le parti. Si passa perciò all’interpretazione utile. Questo criterio si utilizza solamente nel caso in cui il significato del testo del contratto resti incomprensibile. Cosa vuol dire? Significa che, dove esistano due interpretazioni del contratto oppure di una singola clausola, del quale soltanto uno produce effetti giuridici, si deve preferire quest’ultimo.
Modulo o formulario
Se il contratto che state firmando è un modulo o formulario (per farvi un esempio quando vi abbonate ad una compagnia telefonica e vi fanno firmare un modello pre-stampato) esiste sempre un unico soggetto che ha scritto il contratto in maniera unilaterale senza concordarlo con l’altra parte. In questo caso la controparte deve accettare il testo così com’è. in questo caso la legge sancisce che in caso di dubbio le clausole devono essere interpretate sempre a favore del contraente.
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