Il licenziamento è una situazione spiacevole in cui qualsiasi lavoratore può venire a trovarsi. Svariate sono le cause che possono determinare il licenziamento del dipendente e per ognuna di esse la legge italiana prevede un particolare trattamento. In questo articolo vediamo cosa prevede riguardo al licenziamento illegittimo e quali sono i diritti dei lavoratori in questo particolare caso, cosa fare e a chi rivolgersi per intraprendere una causa legale.
Licenziamento in Italia: principi generali
Il licenziamento in Italia è disciplinato dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Tipologie di licenziamento del dipendente
Il licenziamento del lavoratore può essere determinato da cause diverse che la legge così delinea:
· Licenziamento per giusta causa
Il licenziamento per giusta causa – cioè dovuto a un motivo particolarmente grave, che fa venir meno il rapporto fiduciario fra lavoratore e datore di lavoro – si verifica quando il lavoratore commette gravi infrazioni ai doveri contrattuali, quali ad esempio:
- violazione dei regolamenti aziendali
- l’insubordinazione verso i superiori
- il furto di beni aziendali
- minacce e violenze nei confronti del datore di lavoro o dei colleghi
- il danneggiamento di beni aziendali
- falsa malattia o infortunio
- l’uso fraudolento dei permessi della Legge
- la violazione del patto di non concorrenza
- le false timbrature del cartellino
- il rifiuto ingiustificato e reiterato a eseguire la prestazione lavorativa
- l’abbandono ingiustificato del luogo di lavoro, in una situazione in cui l’incolumità e la sicurezza dei colleghi sono messe in pericolo
- il lavoro per terzi durante il periodo di malattia
- una condotta extra lavorativa penalmente rilevante.
È la forma più grave di licenziamento e ha effetto immediato una volta accertata la responsabilità del lavoratore: il datore di lavoro può procedere con un licenziamento immediato senza dover fornire un preavviso.
· Licenziamento per giustificato motivo oggettivo
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo avviene in situazioni come:
- ristrutturazione aziendale
- riduzione del personale
- chiusura dell’attività
In questo caso, il datore di lavoro deve seguire una procedura specifica e fornire un preavviso al lavoratore.
· Licenziamento per giustificato motivo soggettivo
Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo avviene quando il lavoratore ha posto in essere un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali, che ha comportato un grave pregiudizio all’impresa e ha minato la fiducia riposta in lui per quanto riguarda la corretta gestione delle sue mansioni. Anche in questo caso il licenziamento è valido: il datore di lavoro può procedere al licenziamento per giustificato motivo soggettivo, ma è tenuto a dare un preavviso al lavoratore.
· Licenziamento illegittimo (licenziamento ingiusto)
Il licenziamento illegittimo, o licenziamento ingiusto, del dipendente si verifica quando il datore decide di lavoro, senza che ci sia la presenza di una causa valida o di un motivo previsto dal diritto del lavoro, decide di porre fine al rapporto di lavoro. In questo caso, il lavoratore ha ad ottenere un’indennità di risarcimento. In alcuni casi è previsto anche il reintegro del lavoratore.
Per questo è importante conoscere qual è la tutela dei diritti del lavoratore in questo caso specifico per capire come difendersi. È dunque fondamentale sapere anche a chi rivolgersi per essere informati in modo completo, sapere come agire per difendere i propri diritti.
Diritti del lavoratore in caso di licenziamento ingiusto
Secondo l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori solo in presenza di motivi oggettivi – giusta causa o giustificato motivo – come ragioni disciplinari, oggettive o economiche, il licenziamento del dipendente è valido. È attribuito al datore di lavoro l’onere di dimostrare di aver seguito la procedura prevista dalla legge per garantire la correttezza del licenziamento. In assenza di queste condizioni il lavoratore che è stato licenziato ingiustamente ha diritto a ricorrere contro il licenziamento e difendere i suoi diritti.
L’azione tempestiva del lavoratore licenziato è fondamentale per far valere i diritti essendo previsto un termine entro il quale si possono far valere. Ad esempio la legge italiana prevede che in caso di licenziamento illegittimo il lavoratore può fare richiesta del reintegro nel posto di lavoro entro 60 giorni dalla data di licenziamento o di un’indennità risarcitoria in alternativa al reintegro.
Licenziamento del lavoratore: a chi rivolgersi per tutelare i diritti
Conoscere bene la legge che regola i rapporti di lavoro e i doveri e diritti delle parti coinvolte è essenziale per saper affrontare una situazione di licenziamento ingiusto. Un avvocato specializzato in diritto del lavoro è la figura professionale di cui si ha bisogno per una valutazione chiara e completa della propria situazione, l’individuazione della soluzione migliore o di alternative ad essa e, appunto, la tutela dei diritti del lavoratore.
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